Noa è un’artista internazionale che ha cantato in 53 Paesi diversi nel mondo regalando gioia, eleganza ed emozioni. Una voce magica che attraverso la musica e l’impegno civile si prodiga per favorire il dialogo e la pace.
Ciao Noa. A cosa è dovuto il rapporto speciale che hai con l’Italia?
L’Italia è una parte molto importante della mia vita. Vengo e mi esibisco in Italia da trent’anni. Ho ricevuto più amore qui da voi che in qualsiasi altro Paese del mondo. Il mio legame con l’Italia è molto profondo; lo stesso vale per Gil Dor, il mio collaboratore musicale.
Questa alchimia con il vostro Paese è riconducibile ad alcune caratteristiche degli italiani: l’amore per la musica, la mentalità aperta, la generosità e il calore. Inoltre, in Italia mi sono state offerte molte opportunità per promuovere le cause in cui credo. E l’impegno per la pace è una delle missioni della mia vita.
E poi c’è Roberto Benigni: per me è stato un onore cantare la colonna sonora de La Vita è bella. Condivido il messaggio che questo film lancia, e cioè che lo spirito umano può superare tutte le difficoltà e che l’amore nei nostri cuori può vincere su tutto e può unirci. Ci credo davvero.
Per non parlare del fatto che mi sono esibita per tre pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.
Tutte queste cose sono successe in Italia e mi hanno avvicinato molto agli italiani, così come le centinaia di concerti che ho tenuto qui da voi nel corso degli anni.
Quindi sì, mi sento profondamente legata all’Italia!
E qual è il tuo legame con la tradizione musicale di alcune nostre regioni?
Ho un rapporto molto intenso con la musica folk e con diversi artisti del vostro Paese: ho un forte legame con la musica sarda; a tal proposito colgo l’occasione per ricordare il grande Andrea Parodi, con cui ho collaborato. E poi, ho una passione infinita per la tradizione musicale napoletana: qualche anno fa ho creato un intero progetto chiamato Noapolis, un disco che ha per protagoniste canzoni storiche della musica partenopea.
Questo per me è un ulteriore modo per connettersi a questo splendido Paese, a questo popolo meraviglioso. Trovo che molte delle canzoni popolari siano estremamente belle e significative. E la vostra cultura, in generale, mi collega molto profondamente alla mia cultura, alle cose che amo, ai valori e alle idee che mi stanno a cuore.
Sei, di fatto, ambasciatrice di pace e dell’incontro tra culture diverse. Quanto ritieni sia importante riuscire a trovare nelle diversità un’opportunità di crescita e di miglioramento, e non un’insidia?
Ritengo che dobbiamo promuovere la diversità all’interno delle nostre comunità e nella nostra società, senza perdere di vista chi siamo. Quindi va bene voler mantenere la propria identità e la propria cultura, la propria lingua e le proprie tradizioni; questo è molto importante. Ma è anche vero che la nostra identità si arricchisce anche attraverso le diversità. Quando incontriamo persone provenienti da luoghi diversi del mondo e che hanno culture differenti, non dobbiamo cambiare noi stessi ma possiamo sicuramente crescere e diventare più colorati, più ricchi e ampliare il nostro modo di pensare, la maniera in cui vediamo noi stessi e in cui percepiamo il mondo. Introdurre altre culture nella nostra cultura, ci consente di espandere la nostra identità attraverso l’inclusione degli altri, per imparare da loro, per essere ispirati da loro e anche per consentire loro di prendere ispirazione da noi. Questa è sicuramente una parte enorme dell’esistenza umana che può rendere le nostre vite decisamente migliori.
La musica riesce magnificamente ad abbattere i confini geografici e politici. A tal proposito ci parleresti de L’Arca di Noa, festival di cui sei direttrice artistica?
La seconda edizione del Festival L’Arca di Noa si svolgerà dal 22 al 25 giugno ad Arona, sul Lago Maggiore. Ogni sera avremo incontri tra musicisti con vari stili musicali e provenienti da diversi Paesi e culture. Ogni serata sarà un’esperienza di libertà e di sperimentazione all’insegna dell’eccellenza musicale; sarà, inoltre, un’occasione per far entrare in connessione culture differenti e per utilizzare la musica come ponte tra la realtà e ciò che percepisco come il paradiso. Questo è il ruolo incredibilmente importante che attribuisco alla cultura e alla musica nelle nostre vite.
Pertanto, invito tutti a venirci a trovare.
Succede che le vite di ciascuno di noi seguano certi percorsi anche in funzione degli incontri che si fanno: quali sono le persone che hanno illuminato la tua strada e che sono state decisive nel consentirti di diventare la Noa di oggi?
Direi che posso iniziare con i miei genitori, mia madre e mio padre, che mi hanno cresciuta e che mi hanno dato tanto. E sono davvero grata a loro, a tutta la mia famiglia, ma soprattutto a mia madre e mio padre.
E poi posso continuare con l’incontro con l’uomo con cui sono sposata oggi, Asher Barak, che ho incontrato quando avevo solo sedici anni e siamo stati insieme per tutti questi anni. Mi ha insegnato così tanto sulla gentilezza, sull’amore, sulla generosità, e continuiamo a essere profondamente legati e molto innamorati. Abbiamo tre figli. È un medico, un pediatra per la precisione, ed è semplicemente una persona incredibile.
Il terzo incontro più significativo probabilmente è stato quello con Gil Dor, che ho incontrato a 20 anni di età, dopo aver effettuato il servizio militare, quando sono tornata in Israele da New York per ritrovare Asher, l’uomo che amavo. Gil è stato il mio insegnante alla Ramon School of Music e abbiamo iniziato una collaborazione musicale che dura tuttora. È davvero una persona straordinaria: mi ha insegnato tantissimo e mi ha aperto la mente; siamo diventati la squadra che siamo, una sorta di mostro a due teste, creando tanta musica nel corso degli anni.
E poi non posso dimenticare l’incontro con Pat Metheny, il grande chitarrista jazz che ha prodotto il mio primo album. E lui, sì, mi ha davvero aperto le porte del mondo!
Continuo ad essere una sua grande fan e lui rimane uno dei miei eroi, un musicista puro e un incredibile essere umano.
Potrei continuare a citare altre persone che mi hanno dato tanto e che hanno arricchito la mia vita. Ma mi fermo qui. Posso dire di essere stata molto fortunata ad aver incontrato tante persone fantastiche nel corso della mia esistenza.
(Noa e Gil Dor)
Quali sono i tuoi luoghi del cuore e i tuoi luoghi dell’anima?
Sai, probabilmente potrei riassumere il concetto dicendo che l’amore è ciò che cerco.
Cerco di dare amore, di essere amata, di vivere in un’atmosfera d’amore. E l’amore si trova nei luoghi più diversi, nei posti più inaspettati. Naturalmente, devi anche trovare l’amore dentro di te per essere compassionevole verso te stesso, verso il bambino che è dentro di te. È con questa forza e questa compassione, con questa gentilezza e generosità, che poi ti avvicini al mondo e lo accogli; mi riferisco al mondo vivente, al mondo naturale, al mondo fisico. E fai del tuo meglio per spianare la strada in questo pazzo pianeta, per fare luce, fare del bene agli altri e a sé stessi, rispettare il prossimo e Madre Natura. Essere umile, gentile e modesto.
Questi sono i miei luoghi dell’anima.
Sono convinta di una cosa: la strada lastricata d’amore mi porta sempre nel posto giusto.
Grazie Noa!