Pensandoci bene, il mio primo approccio al vino è avvenuto proprio quando, poco più che bambino, l’ho assaggiato con le percoche, quasi a voler fare una metaforica toccata e fuga nell’ambìto e misterioso mondo degli adulti.
L’arsura di queste giornate, per istinto, mi ha portato a desiderare il vino rosso con le pesche e oggi me lo sono concesso. Dopo aver terminato il vino nel bicchiere, ho afferrato la forchetta e ho mangiato il primo spicchio di pesca, perfettamente “inzuppato”: i profumi, i sapori e le consistenze mi hanno fatto fare istantaneamente un viaggio nel tempo, portandomi indietro di otto lustri all’incirca. Chiudo gli occhi, torno alle estati dei primi anni ’80 e mi figuro le tavolate armoniose dei pranzi con gli amici di famiglia, i suoni delle risate allegre, gli scherzi divertenti e leggeri, la fragranza delle relazioni intense e sincere.
E’ stato come usare la macchina del tempo trasportato dai sensi, dalla memoria e dall’immaginazione.