Ulassai è un comune di circa 1.400 abitanti. Ci troviamo in provincia di Nuoro ma siamo nel cuore dell’Ogliastra, meravigliosa regione storica della Sardegna che è situata nella parte orientale dell’isola.

Tacchi di Ulassai

Siamo in un luogo di montagna (sopra i 700 metri di altitudine) ma a poco meno di mezzora dal mare.

Ulassai

Il centro abitato è circondato da massicci rocciosi, i famosi Tacchi di Ulassai, meta degli appassionati di arrampicata provenienti da tutta Europa.

Ulassai possiede uno spettacolare patrimonio carsico ipogeico: particolare risalto merita la grotta di Su Marmuri, il cui nome trae origine dall’aspetto della roccia calcarea, che ricorda il marmo. È lunga ben 850 metri ed è composta da enormi sale la cui altezza raggiunge anche i 70 metri. Si apre a 850 metri di altitudine, ha un’età di circa 150 milioni di anni ed è stata scavata dalla forza dell’acqua. Percorrendola, ci si trova di fronte ad una continua successione di stalattiti e stalagmiti e anche a due suggestivi laghetti. Ha una temperatura costante di circa 10°C. Proprio per le sue peculiarità, la grotta di Su Marmuri nel periodo invernale ospita una colonia di circa 30.000 pipistrelli, provenienti da tutta la Sardegna.

Visitarla è davvero un’esperienza affascinante e metaforicamente introspettiva; si assiste ad una serie di duetti sbalorditivi: silenzi ed eco, ombre e luci, vastità e cunicoli. Si possono effettuare visite guidate, garantite dalla professionalità degli operatori della cooperativa Su Bullicciu.

Quest’ultima gestisce anche il bar-ristorante adiacente all’ingresso della grotta, dove è possibile degustare i piatti tipici del territorio. Tra le numerose specialità culinarie del territorio spiccano i Culurgionis ogliastrini, la cui produzione è disciplinata dal marchio IGP “Culurgionis d’Ogliastra”. Si tratta di una pasta fresca ripiena a forma di fagottino, i cui lembi vengono sigillati con una chiusura a spiga sul lato convesso e che ha al suo interno patate, pecorino, menta e aglio. Altre perle del patrimonio gastronomico ulassese sono rappresentate dai salumi, dai formaggi e dalla carne di capra. Ulassai è anche terra di vino, di Cannonau per la precisione; i vigneti lambiscono la sottozona “Jerzu” della DOC regionale “Cannonau di Sardegna”.

Grotta di Su Marmuri

 

Tra le meraviglie della natura di Ulassai si possono annoverare anche le cascate dei tacchi calcarei. La più imponente e incantevole è la cascata di Lequarci: è costituita da piccole cascatelle che, in occasione di piogge abbondanti sull’altopiano, si fondono in un’unica grande cascata il cui fronte può arrivare a circa 70 metri di larghezza. Il primo salto verticale della cascata è di circa 50 metri e le acque confluiscono in un anfiteatro naturale per poi proseguire a valle con uno scivolo di ulteriori 125 metri.

Cascata di Lequarci

 

In questo piccolo centro dell’Ogliastra c’è una produzione tessile di altissima qualità che affonda le sue radici nella tradizione ulassese; è portata avanti, dal 1971, da una cooperativa di donne del paese: complementi d’arredo, tessuti e tappeti sono realizzati con materiali naturali (cotone, lino e lana di pecora locale) e sono il frutto di una lavorazione manuale effettuata con telai artigianali.

A Ulassai la longevità è di casa: il comune, infatti, fa parte della “zona blu internazionale”, classificazione che individua aree geografiche e demografiche in cui l’aspettativa di vita è significativamente più alta della media.

Approfondimento particolare merita la caratura artistica di questo paese. Tutto ha inizio il 27 settembre del 1919, quando ad Ulassai nasce un’artista geniale: Maria Lai.

Siamo di fronte ad un personaggio di rilievo internazionale, la cui storia va raccontata con dovizia di particolari.

Maria Lai

Durante l’infanzia, essendo una bambina di salute cagionevole, trascorre i mesi più freddi dell’anno dai suoi zii nella pianura di Gairo. In questa fase scopre la sua passione per il disegno e, con ogni probabilità, inizia ad avere i primi approcci fortuiti con l’arte: «La mia vita con gli zii fu un grande viaggio nella fantasia, nella vastità della grande casa, della campagna, dei giochi. Ero analfabeta ma piena di favole. Ciò che ho fatto dopo, da adulta, è iniziato a quell’età».

Da quel momento in avanti, le esperienze vissute a Cagliari, Roma e Venezia, e i sodalizi con Salvatore Cambosu (suo insegnante di italiano e latino, nonché scrittore) e con lo scrittore Giuseppe Dessì, nel corso degli anni consentiranno a Maria Lai di rivalutare le proprie radici con una chiave di lettura diversa. Attinge dalla tradizione e dalla cultura della sua terra per ispirare la sua vena creativa nella scelta dei temi, delle forme e dei materiali protagonisti della sua produzione artistica.

Nel 1993 fa ritorno definitivamente nella sua Sardegna e si stabilisce a Cardedu, dove si spegne il 16 aprile del 2013, all’età di 93 anni.

Pittura, scultura, tessitura e ricamo costituiscono i punti cardinali delle sue opere: telai, geografie di stoffe, libri cuciti, pani, sculture di terracotta e tanto altro ancora.

Ascriverla ad un determinato movimento artistico è un’operazione al quanto riduttiva. Si ispira prevalentemente all’Arte Povera e la si potrebbe definire un’artista del territorio: infatti, attraverso le sue opere, si realizza la narrazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e della tradizione della sua Ulassai. Si dà voce al maestoso silenzio delle sue montagne; al placido ritmo attraverso cui incede la vita semplice, faticosa e al contempo meravigliosa della sua gente; alle usanze arcaiche nel tentativo di stabilire, con incanto, una connessione con l’infinito; al prezioso lavoro quotidiano delle donne che abitavano la sua infanzia.

In Italia è stata anche antesignana dell’Arte Relazionale, una forma di arte che si realizza attraverso un’azione corale. In tale sfera, la sua opera più suggestiva e potente è stata senz’altro Legarsi alla montagna, una performance svoltasi ad Ulassai per tre giorni nel settembre del 1981 e che coinvolse tutta la popolazione del paese. Per protagonista aveva un nastro azzurro, lungo circa 27 chilometri, il quale grazie all’operato della gente mise in collegamento le case tra loro e che, infine, grazie all’intervento di esperti scalatori, venne ancorato alla montagna che sovrasta il paese, il monte Gedili. Il senso di quest’opera consiste nella rappresentazione simbolica del legame tra l’uomo e il paesaggio che lo ospita, la montagna in questo caso; nella indissolubile relazione tra gli abitanti, accomunati da bisogni e sorti che sono collegiali. Si potrebbe condensarne il significato con la frase “Legare per unire, per condividere”.

È possibile vedere oltre 140 capolavori di Maria Lai, lasciati in eredità al suo paese, presso la Stazione dell’Arte, museo di arte contemporanea dedicato all’artista e situato presso la vecchia stazione ferroviaria di Ulassai.

In aggiunta, altre sue opere si possono trovare nei luoghi pubblici del paese, dove tracciano un percorso che costituisce il Museo a cielo aperto Maria Lai; tra queste, particolarmente interessante è Il Lavatoio Comunale, che ospita al suo interno anche installazioni di altri artisti: straordinariamente evocative e suggestive le sensazioni date da La Fontana Sonora di Costantino Nivola.

Di recente apertura è il CAMUC – Casa Museo Cannas, museo di arte contemporanea, che, con i suoi spazi ampi e la collocazione al centro del paese, opererando in rete con la Stazione dell’Arte, va ad integrare l’offerta culturale del territorio.

È evidente che Ulassai, grazie al suo sontuoso patrimonio, costitutito da grotte, cascate, natura e paesaggio, artigianato tessile, enogastronomia e arte, è annoverabile tra i comuni sardi più interessanti da visitare e da vivere.